lunedì 27 febbraio 2017

La gonna fa la donna

L'abito non fa il monaco ma la gonna fa la donna.


la foto è presa dal web



la foto è presa dal web
 La gonna è l'indumento più semplice che possa esistere per coprire il corpo e per questo è stata usata, sotto varie forme a tubo o cono, allacciata attorno alla vita e che copre le gambe completamente o parzialmente. Esistono parecchi modelli di gonne, dai più semplici, costituiti da un unico tessuto unito, ai più particolari, con forme originali ottenute tramite cuciture, imbastiture, pieghe, ornamenti. La lunghezza è un elemento che varia moltissimo, presentando in questo caso degli spacchi per consentire maggiore facilità di movimento, o lambire addirittura il suolo, caratterizzandosi per la presenza di uno strascico. I tessuti utilizzati sono tra i più svariati: viscosa, jersey, jeans, da quelli freschi per l'estate a quelli caldi per l'inverno.
Prima di riportarvi la storia di questo bellissimo indumento volevo commentare dicendo che secondo me è il più bello mai inventato, effettivamente come dice un detto, le cose semplici sono le più belle. La gonna non ha regole e questa è la parte che amo di più, penso che sia un indumento molto femminile, sexy e  volubile. La indosso spesso e anche in pieno inverno le metto stracortissime, che ci posso fa mi piace, ma oltre che metterla per andare a ballare o uscire la uso anche per tutti i giorni. Però può essere indossata anche in occasioni formali facendo apparire la donna molto lavorativa ed elegante.
la foto è presa dal web

la foto è presa dal web


la foto è presa dal web
la foto è presa dal web




la foto è presa dal web
la foto è presa dal web



la foto è presa dal web


la foto è presa dal web



-NOEMI


  • L'Antichità
La gonna nell'antichità era un indumento indossato da entrambi i sessi. Le testimonianze più antiche risalgono al periodo delle civiltà mesopotamiche. I kaunakès erano delle gonne a balze, più o meno lunghe e realizzate con la pelle degli ovini. Nel periodo egizio gli uomini si vestivano con un corto panno di lino che partiva dall'ombelico e poteva avere diverse lunghezze detta pano. I faraoni e i nobili indossavano una versione più evoluta del pano, chiamato skentis che era confezionato con tessuti più pregiati e decorato. Le donne cretesi indossavano lunghe gonne a campana stratificate e sorrette da giunchi a cui si univa un corsetto aderente che lasciava scoperto il seno. Nell'epoca greca e romana le persone di entrambi i sessi si vestivano in modo simile, indossavano un peplo attorno ai fianchi e una mantella che avvolgeva tutto il corpo.
  • Il medioevo
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’ Occidente, la gonna venne sostituita dalla tunica fino all'Alto Medioevo. Le donne, gli imperatori e il clero stratificavano le tuniche, mentre gli uomini indossavano dei calzoni, ereditati dai barbari e adatti alla vita militare. Fino al 1400 la sottana veniva identificata come indumento unico, solo alla fine del Rinascimento questa veste si divise in corsetto e sottana.
  • Il Rinascimento e il 1600
A partire dal 1500 le persone iniziarono ad indossare abiti diversi a seconda del sesso e le gonne cambiarono nelle varie nazioni e culture. La nobiltà veniva ritratta con gonne preziose e voluminose, che ne identificavano la supremazia, ma che impedivano molti movimenti. La gonna poteva avere diverse forme: a cono, a cupola, a tamburo o a campana. Il costume popolare invece, riproponeva gonne semplici che ripetevano lo stesso stilema: arricciate in vita e lunghe fino al polpaccio o poco più. In Spagna però, la gonna aveva una struttura più complessa sostenuta da diversi cerchi rigidi chiamarti verdugos. Questi erano cuciti sulla parte esterna della gonna e foderati con un tessuto in contrasto con quello del fondo Nel 1600 la sottana iniziò ad ammorbidirsi grazie alla sovrapposizione di tessuti, che venivano alzati sui fianchi e creavano uno strascico la cui lunghezza era determinata dal grado di nobiltà della dama. Solo alla fine del secolo nacque la gonna vera e propria, definita Jupe sul dizionario francese. Nel secolo dei lumi, l'abito continuò ad alleggerirsi sempre più ed era unito a un carcao, il quale veniva sostenuto dal panier (una struttura a cerchio fatta di vimini)
  • La rivoluzione francese
All'apice della rivoluzione il rigonfiamento delle sottane si spostò dai fianchi sul dietro tramite il sellino. La linea si semplificò e il corsetto abbinato a questa gonna assomigliava sempre di più al frac indossato dagli uomini. Anche diversi accessori da uomo venivano utilizzati dalla donna come i guanti, il bastone e il cappello a cilindro.
  • L'epoca Vittoriana
Dal 1820 la gonna assunse una forma a campana e la silhouette diventò a clessidra o a triangoli contrapposti. Nel corso degli anni le dimensioni di questo indumento aumentarono sempre di più fino al 1860 quando la gonna raggiunse la massima ampiezza, definita a mongolfiera. Questo volume veniva dato dalle crinoline, delle strutture di acciaio indossate con diverse sottane e mutandoni di pizzo. Alla fine del secolo, la crinolina passò di moda e il volume tornò nuovamente sul lato posteriore della gonna.
  • Il 1900
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del 1900, i movimenti di emancipazione femminile trasformarono completamente l'abbigliamento delle donne: i volumi diventarono sempre più contenuti e le decorazioni sparirono. All'inizio del nuovo secolo le gonne proposero forme e lunghezze diverse, si aggiunsero balze, pieghe e passamanerie. Il cambiamento radicale arrivò con la nascita e la diffusione del tailleur. Questo abito costituito da due pezzi, la giacca dal taglio maschile e la gonna svasata, erano in tinta e permettevano alla donna di indossare questo completo per moltissime occasioni. Durante il primo decennio del secolo, lo stile della gonna si avvicinò alle culture orientali e si liberò, finalmente, di qualunque sotto struttura.
Gli anni '20 e il primo dopoguerra
Negli anni ‘20 la gonna subì un cambiamento che segnerà poi l'intera epoca: l'indumento si accorciò fino ad arrivare all'altezza del ginocchio e la figura a S della donna venne messa da parte per favorire una più androgina. Coco Chanell propose alla donna mascolina con i capelli a la garçonne linee e tessuti ispirati dal mondo maschile, ma che non perdevano la femminilità che ha sempre caratterizzato la donna. L'innovazione era data da un coordinato in jersey, composto da una gonna a pieghe e un cardigan o un pullover a seconda della situazione.
Il secondo conflitto mondiale
In Europa, nei paesi impegnati nel conflitto, la moda passò in secondo piano e gli indumenti si adattano alla carenza di materiali disponibili. Si modificarono i vecchi abiti per farne di nuovi e nacque la gonna a pantalone per affrontare una vita più disagiata, ma dinamica.
Il secondo dopo guerra
È dal secondo dopo guerra che la gonna iniziò ad avere le caratteristiche dell'indumento come lo conosciamo noi. Dior rivoluzionò la storia nel 1947 con il New Look, un completo costituito da una gonna molto ampia, a corolla e a pieghe, molto simile ad un fiore. L'idea dello stilista fu quella di sottolineare e valorizzare le forme delle donne, anche quando questo non era possibile. Infatti, dove madre natura non era intervenuta, era lo stilista che aggiungeva imbottiture all'altezza del seno e dei fianchi. La vita era tornata sottilissima per evidenziare l'ampiezza della gonna e la lunghezza era tornata al polpaccio e in occasioni più eleganti fino a terra. In contrapposizione a questa versione della donna, Coco Chanel, nel 1954, creò il “tailleur chanel”, il completo con giacca e gonna dello stesso colore che rendevano la donna nuovamente agile e libera di muoversi senza rovinare i propri abiti.
Gli anni '60
Gli anni '60 furono anni pieni di contestazioni e di libertà, la beat generation lottava contro il conformismo e le donne chiedevano sempre più diritti e lottavano per averli. Durante questi anni avvenne la creazione di uno degli indumenti più discussi del nostro secolo: la minigonna. Mary Quant è la creatrice di questo capo d'abbigliamento molto criticato e definito a volte volgare poiché questa gonna solitamente arriva a coprire solo l'inguine. La linea è drittissima e geometrica, come i disegni che la decoravano. Negli stessi anni nasce la cultura hippy e le donne rifiutarono indumenti dalle linee geometriche e perfette per adottare gonne lunghe, morbide e decorate con arricciature e frange, indossate dai popoli africani, indiani e messicani. Anche i patchwork e le imperfezioni delle stampe artigianali rendevano queste gonne uniche e controcorrente.
I giorni d'oggi
Negli anni '70 la gonna passò in secondo piano e si diffuse uno stile unisex, nel quale i jeans la facevano da padrone. La gonna veniva indossata solo dalle donne in carriera che erano però discriminate sul posto di lavoro poiché l'ambiente era ancora particolarmente maschilista. Negli ultimi trent'anni non vi sono stati grandi cambiamenti tra le gonne, ma le donne sono tornate ad indossarle in tutti i modi e ognuna decide quale modello indossare a seconda delle proprie preferenze e comodità.

 
Nella cultura occidentale, la gonna è un tipico indumento femminile e di solito riservato alle donne. Esistono comunque delle eccezioni, come il kilt scozzese, tradizionalmente maschile, nonché gonne per uomini presentate da alcuni stilisti.
Nella sua versione più semplice, una gonna è un semplice drappo, cioè un tessuto in un unico pezzo, per esempio come un pareo, ma la maggior parte delle gonne assume una forma particolare attorno al corpo, ottenuta con cuciture, imbastiture e pieghe. Mediamente le gonne più diffuse sono quelle che arrivano o superano di poco il ginocchio, in quanto le più comode e più facili da portare. Infatti, coprono bene il corpo ma permettono un buon movimento alle gambe. Anche le cosiddette “minigonne” sono un indumento sempre di moda, ma hanno lo svantaggio che si devono assumere delle posture particolari onde evitare che si vedano le mutande.
L'orlo inferiore della gonna, a seconda dello stile, può essere ad ogni livello, dalla parte superiore delle cosce fino alle caviglie e anche al livello del suolo. La gonna può anche essere più lunga delle gambe ed avere uno strascico.
Sono tanti i tessuti da scegliere per questo tipo di capo di abbigliamento. Innanzitutto, bisogna capire per quale occasione dovremo indossare il capo, in che stagione ci troviamo e infine seguire i nostri gusti. Diciamo che, se ci occorre comprare una gonna per una cerimonia o comunque una qualsiasi occasione importante, nella boutique trovate gonne abbinate a giacche (i classici tailleurs) in diversi tessuti e stili eleganti. Potremo scegliere tra gonna in puro lino se siamo in estate o gonne realizzate in cotone o lana per la stagione media o la stagione fredda. Se invece, comprate la gonna per le serate tra amici o semplicemente per andare a lavorare, i tessuti sono tra i più svariati: viscosa, jersey, jeans, avrete di che scegliere. Un tessuto “commerciale” è la viscosa, utilizzata un po' in tutte le stagioni. Per la stagione estiva, possiamo acquistare gonne in stoffa leggerissima, che ci permette di far respirare le gambe e di “coprirle” al tempo stesso. Al contrario, per l'inverno esistono gonne in tessuto di velluto, molto calde per proteggere le gambe dal freddo che abbinate con degli stivali permettono di non avere i pantaloni e le gambe bagnate.
Storicamente, sono esistite gonne di ogni lunghezza, da quelle di alcune nobildonne del medioevo che avevano un diametro di oltre tre metri, alle minigonne del anni sessanta in uso ancora oggi. Una misura comune è al ginocchio o appena sopra. Le gonne più lunghe presentano uno spacco come elemento stilistico e per facilitare i movimenti di chi le indossa.
Sia in Europa che in America, le gonne sono indossate da donne di ogni età in ogni situazione, come alternativa ai pantaloni. In certe occasioni di lavoro, le donne indossano di preferenza la gonna. Questo può essere per vari motivi, ma più comunemente per rivendicare la loro femminilità in un ambiente maggiormente maschile (dirigenti), oppure per non uniformarsi all'abbigliamento maschile di lavoro che impone la giacca e la cravatta. In generale, le donne indossano la gonna o il pantalone sul lavoro in maniera indifferente, a meno di dover compiere dei lavori per i quali il pantalone è ovviamente più pratico.
La gonna fa parte anche di molte divise, militari e da lavoro. Per esempio, le divise delle hostess delle compagnie aeree e le uniformi scolastiche comprendono spesso la gonna.
La gonna è anche indossata principalmente nelle occasioni formali, come cene, matrimoni, e cerimonie. Nei paesi a clima freddo, talvolta si fa eccezione a questa regola nei mesi più rigidi. In alcuni paesi dell'Africa, del Medio Oriente e dell'America Centrale e meridionale, la cultura tradizionale considera inappropriato che le donne indossino i pantaloni.
In Italia esisteva, nel paese di Rivanazzano, in provincia di Pavia, uno stile del tutto particolare di gonna, elaborato in modo da evidenziare in maggior misura le dimensioni del sedere femminile (fino a quattro volte quelle reali) e che divenne celebre nel dopoguerra: la gonna di Rivanazzano comparsa poi nel film di Federico Fellini 8½.

 
Esistono moltissime tipologie di gonna, che variano in funzione della moda, dell'età della persona che la indossa, della forma del corpo (per esempio, una persona con le ginocchia grossa preferirà una gonna sotto al ginocchio) e dell'occasione.
  • La minigonna è una gonna realizzata con poca stoffa, ridotta ai minimi termini, ovvero capace di coprire il minimo indispensabile, e lasciando quindi scoperte le gambe, valorizzando la donna nella sua femminilità. Fu inventata nel 1963 dall'inglese Mary Quant.
 
  • La gonna a portafoglio è una gonna che, come dice la parola, si chiude a portafoglio. Immaginate una stoffa lunga che anziché indossarla, bisogna avvolgerla fino a racchiuderla, aiutandosi con dei bottoncini ai 3 quarti della larghezza, ma non solo. Per “fermare” la gonna a portafoglio, dovete (solitamente nel fianco destro) “chiuderla” con un bottone. L'ultima ala del portafoglio, si chiude con un altro bottone o dei laccetti sempre, all'altezza della vita. Mentre la gonna a portafoglio la possiamo trovare di diverse lunghezze, le gonne a pantalone sono nel suo specifico piuttosto corte. Un modello classico di gonna portafoglio è il kilt che viene indossato sia dalle donne che dagli uomini. Le uniche due differenze sono la grandezza delle cinghie (più larghe nel kilt maschile) e la chiusura (a sinistra per gli uomini e a destra per le donne). Entrambi i modelli di kilt hanno una spilla nella parte bassa della gonna per evitare che si apra e mostri le cosce.
  • La gonna a pantalone. Si tratta di una gonna o di un pantalone? In verità, la gonna a pantalone è un po' entrambi. Immaginate un pantaloncino con staccato al fianco destro un pezzo di stoffa che va a chiudersi nel fianco opposto, nello stesso modo della chiusura della gonna a portafoglio. Queste tipologie di gonne sono le più particolari e le più simili. Variano le lunghezze. Mentre la gonna a portafoglio la possiamo trovare di diverse lunghezze, le gonne a pantalone sono nel suo specifico piuttosto corte.
  • La gonna a campana è piuttosto lunga, e arriva oltre al ginocchio. È denominata gonna a campana per la sua forma. Se si prova a fare la “giravolta” con questo tipo di gonna, vedrete davvero che prende la forma della campana. Questa gonna va portata con scarpe piuttosto basse.
  • La longuette è una gonna la cui lunghezza supera il ginocchio. Se si indossa una longuette, si consigliano un bel paio di scarpe, con una forma o un dettaglio particolare. Il motivo è semplice: la longuette ha una lunghezza particolare che lascia le gambe coperte, e quindi l'occhio cadrà sulle scarpe.
  • La gonna da uniforme è caratterizzata da un taglio corto, presenta delle pieghe nel modello classico. Creata per essere utilizzabile per attività sportive, mantiene comunque una linea fine e indossabile in contesti di diverso livello di formalità. Utilizzata nella divisa di alcune università straniere alle volte può mostrare un motivo a quadri;
  • La gonna a palloncino è una gonna di media-corta lunghezza, caratterizzata da un rigonfiamento che la rende larga sui fianchi mettendo in mostra la gamba a partire da sopra il ginocchio. Spesso utilizzata per nascondere fianchi e cosce importanti;
  • La gonna a ruota è aderente ai fianchi e si allarga sulle gambe. Adatta a qualsiasi tipo di corporatura, Presenta piegature cucite a partire dalla vita simili al modello classico della gonna da uniforme;
  • Il sarong è una gonna unisex di origine malese. Alcuni modelli di questo tipo di gonna sono utilizzabili anche come abito in quanto possono essere spostati e adattati al collo o ad altezza fianchi in pochi secondi. Realizzata da sottili teli in cotone o seta, in Africa viene chiamata con il nome di kanga nell'opzione femminile o kikoi in quella maschile;
  • La gonna a fazzoletto o Gonna a tulipano è unica nel suo genere, questa gonna e formata da due strati di tessuto di lunghezza diversa, che andando a sovrapporsi, creano una linea obliqua al centro ricreando dunque la forma dei petali di un fiore;
  • La gonna a sirena è stretta alla vita, questo tipo di gonna si allarga sulle cosce per poi stringersi ad altezza ginocchio. La gonna successivamente di apre in modo omogeneo, creando la forma della coda di un pesce;
  • La gonna a balze è una gonna di lunghezza variabile che presenta piegature orizzontali per tutta la lunghezza. Differenziata dalla gonna a pieghe per l'orientamento delle stesse. Solitamente realizzata in cotone o in materiali più pesanti se corta.

 
Esistono molti abiti maschili che comprendono una gonna o comunque una forma a tunica, tra i quali il kimono giapponese, il cheongsam cinese e il deshdasheh (o thobe) arabo.
In Europa, gli esempi più famosi sono il kilt scozzese, il sarong (mostrato nelle gonne femminili e la fustanella greca.
Inoltre, abiti a tunica sono indossati da appartenenti agli ordini religiosi. Esempi di questo sono la tonaca dei preti cattolici e il saio di molti ordini monastici.
Come per il pantalone femminile fino a qualche decennio fa, la gonna per gli uomini è ancora oggetto di forti pregiudizi, legati a omosessualità e omofobia. Tuttavia, se il pantalone è più pratico, per esempio per andare a cavallo o passeggiare in foresta, la gonna è più comoda, in particolare per passeggiare in città d'estate. È per questo che delle iniziative sono state intraprese per promuovere la gonna per gli uomini.
Il tipo di gonna che più si addice al corpo maschile è la gonna al ginocchio, non dritta, ma di preferenza a pieghe o comunque larga. L'obiettivo non è quello di mettere in risalto le forme del corpo maschile (come può essere il caso per alcune gonne femminili) ma di mostrare le gambe e soprattutto di stare comodi. Infatti, la gonna è molto più comoda del pantalone e se scelta bene non fa sembrare l'uomo "femminile". D'estate può essere indossata di preferenza con i sandali o scarpe senza calzini, mentre d'inverno invece di indossare i collant (troppo femminili) si preferiranno i calzini lunghi di lana sotto al ginocchio.

domenica 26 febbraio 2017

La moda è shorts, storia e modelli

la foto è presa dal web
I pantaloncini anche detti shorts è un tipo di pantalone unisex furono realizzati negli Stati Uniti tra il XIX e XX secolo dai ragazzi, in alcune scuole facevano parte della divisa ed erano utilizzati con calze lunghe fino alle ginocchia. Arrivati all'adolescenza i ragazzi usavano i pantaloni normali, legando i pantaloncini all'infanzia, ma alcuni soldati li utilizzavano comunque. Nella metà del XX secolo i pantaloncini vennero utilizzati sia dai maschi che dalle femmine di tutte le età, anche se si pensa che i pantaloncini si devono utilizzare solo in situazioni informali. In alcuni posti del mondo i pantaloncini sono poco diffusi tra gli uomini ma molto usati dalle donne, in altri posti invece una donna che indossa i pantaloncini viene vista male perché fa vedere le gambe. Attualmente i pantaloncini variano per design, lunghezza e materiale. Fra i modelli più diffusi ci sono i bermuda, con tasche e passanti per la cintura. Dagli anni ottanta in avanti sono diventati molto popolari gli short realizzati in jeans lunghi fino al ginocchio per gli uomini, e fino alla coscia per le donne. Gli short sono anche ampiamente utilizzati nello sport, e spesso realizzati in materiale tecnico per favorire le performance. Personalmente credo che sia uno dei mie capi preferiti che adoro e indosso appena posso, solo che non avendo un fisico perfetto non li indosso quando sono presenti molte persone. Comunque li preferisco corti e a vita bassa, in jeans e in pelle.

la foto è presa dal web

 


la foto è presa dal web



la foto è presa dal web


la foto è presa dal web
la foto è presa dal web
la foto è presa dal web


la foto è presa dal web


la foto è presa dal web

la foto è presa dal web


la foto è presa dal web
la foto è presa dal web

la foto è presa dal web





la foto è presa dal web
la foto è presa dal web

il vecchio e gi unicorni rosa

In America la moda fa un tuffo nel passato, e si unisce al presente, come avevo già anticipato in post precedenti. L'unione fantastica è strabiliante tra nuovo e "vecchio". E a tutto questo passoto-presente si unisce il vedo non vedo, le trasparenze con i ricami hanno un qualcosa di molto elegante e sexy.

la foto è presa dal web
la foto è presa dal web
 
Poi naturalmente non poteva mancare la moda degli adolescenti e come descriverla se non con il termine "infantile", e non in modo dispregiativo ma per indicare un ritorno ai sogni che si hanno quando si è piccoli, abbiamo il ritorno degli unicorni, del rosa, del mondo magico e virtuale.
 


la foto è presa dal we

la foto è presa dal web

la foto è presa dal web
 
 
 
Personalmente adoro questa moda, solo che non so come mi potrebbe fare quindi devo ancora provare, questa sarà un'estate indimenticabile, anche se vorrei cambiare colore dei capelli non credo che mia madre ne sarà molto contenta. hahaha. In primavera il jeans sarà il padrone, diventando sexy, elegante e unendo l'informale al formale, ma soprattutto ci farà sentire più comodi, le felpe verranno usate più come accessorio e le borse saranno un po' dimenticate. Il trucco si ridurrà all'essenziale e metterà in risalto gli occhi. Queste non sono proprio delle previsioni ma anche delle speranze.
Ma soprattutto la moda non sarà più costosa.
 
-NOEMI


martedì 21 febbraio 2017

la storia del bellissimo trench

Nasce nel 1901 dalla richiesta di un ministro di guerra inglese che voleva un modello che non fosse ne bianco ne nero, cioè che non fosse un impermeabile di ordinanza e neanche un cappotto militare, ma che fosse qualcosa di mezzo, il colore grigio, alla ditta Burberry. Il trench, infatti, è un tipo di impermeabile con cintura che imita quello inglese, il suo nome proviene dall'inglese " trench coat" cioè cappotto da trincea. Le sue caratteristiche sono le spalline, la cintura, l'allacciatura a doppio petto, il sottogola e il triangolo sopra l'allacciatura che crea una migliore chiusura.
Io personalmente lo preferisco di color beije e lo utilizzo durante la primavera perché non ti protegge dal freddo ma dal vento quindi credo sia la stagione migliore in cui usarlo, lo preferisco anche abbastanza stretto, cioè che aderisca bene alle forme. Come avete sicuramente notato la storia di questo bellissimo capo di abbigliamento è molto semplice e non proprio rivoluzionaria, ma ho comunque deciso di scrivere un articolo su di esso perché personalmente mi piace molto, inoltre mette in risalto che uomo o donna non fa differenza. Una caratteristica che ho dimenticato di menzionare prima è la lunghezza che assume spesso il capo, io diciamo che lo preferisco un po' più su del ginocchio, i capi lunghi non mi convincono molto ammenocchè non si stia parlando di un bell'abito da sera.

la foto è presa dal web

la foto è presa dal web

-NOEMI

domenica 19 febbraio 2017

tendenze primavera estate 2017

Come già avevo detto in altri post questa primavera estate sarà molto libera. Le trasparenze continuano ad andare di moda, anzi aumentano; i richiami floreali prenderanno sempre più posto, e alcuni capi sono davvero belli 😉; gli effetti laminati, sono davvero belli, una mia amica ci sta disegnando un vestitino con effetto laminato e spero di postare presto la moda, comunque che dire mi piace davvero tanto; lo stile militare sta anche continuando la moda e devo ammettere che mi piace anche quello; e cosa che aspettavo da tanto, il colore che andrà di oda sarà il rosa, vi immaginate un bel costume rosa, sarebbe fantastico, inoltre andrà di moda molto anche il mio colore preferito cioè il bianco, con tutte le sue sottili sfumature, quella che preferisco e quella che si spinge sul ghiaccio; il trench si trasformerà in stili e forme stravaganti e andrà sempre più di moda; le righe prendono molto piede specialmente sulle maglie; e poi un' altra cosa che amo sono i graffiti e quindi perché non unirli con la moda? Spero che tutti si sentano più liberi di essere se stessi.
la foto è presa dal web
La fantastica Beyoncé.
 
 
la foto è presa dal web
Lo stile floreale. 
 
la foto è presa dal web
L'effetto laminato, sensuale, romantico e libero.
 
 
la foto è presa dal web
Lo stile militare.
 
 
la foto è presa dal web
Il colore rosa.
 
 
la foto è presa dal web
Il colore bianco.
 
 
la foto è presa dal web
Il trench.
 
 
la foto è presa dal web
Le righe.
 
 
la foto è presa dal web
 
I graffiti.
 
 
-NOEMI
 

venerdì 17 febbraio 2017

CONTATTI

Per contattarci potete scriverci a queste email:
noemiolac@gmail.com (il profilo personale di Noemi);
fashionlady.ne@gmail.com (profilo del blog).

Potete trovarci anche su instagram:
fashion_style_blogspot

Se volete inviateci tre foto diverse vostre con un vostro vestito, le pubblicheremo e scriveremo la storia del vestito su instagram.

Inoltre per le scrittrici se volete collaborare e avete libri che richiamano la moda contattateci.

Se volete far conoscere il vostro marchio o farli pubblicità scriveteci.

Contattateci anche per pubblicare le vostre frasi, ogni settimana faremo un post con su scritto le frasi più belle e alla moda.

Contattateci se volete avere i vostri disegni di abiti con il vostro nome sul nostro profilo instagram e sui post del blog.

THE FASHION CAPITAL

la foto è presa dal web

Oggi volevo parlarvi delle quattro capitali più importanti della moda, esse sono : New York, Milano, Londra, Parigi. Queste città nel mese di settembre e febbraio si trasformano nelle vetrine della moda delle stagioni successive, con la settimana della moda, in questi 60 giorni si hanno un boom di informazioni e si susseguono diversi stili e stimoli. Un flusso di diversi stili, gusti, storie, mode e origini tutte accomunate dall'originalità. Sono i giorni della libertà-capitale della moda. Avremo un pazzo ma fantastico Marc Jacobs che giocherà molto con i stili e le diversità. Con Coach vedo un ritorno al passato mischiato al presente? 
Durante la storia della moda le capitali di quest'ultima si sono susseguite in diversi paesi Firenze, Roma, Napoli erano tra queste. Verso la fine del XVI secolo Londra è diventata una delle più importanti città nel campo della moda, parallelamente avveniva la stessa cosa a Madrid influenzata dalla corte Spagnola. Analoga sorte è avvenuta a Parigi un secolo dopo influenzata dalla regia francese. Nel XIX secolo, con il potente Impero britannico e la giovane Regina Vittoria sul trono, Londra è tornata a essere una delle città più importanti nel settore della moda, ha comunque continuato a prendere aspirazioni stilistiche da Parigi, lo stilista britannico Charles Frederick Worth, si recò presso la capitale francese nel 1846 per perfezionare e poi vendere le sue creazioni, tenendo anche le prime sfilate e lanciando per la prima volta il concetto di fashion label.
In Italia la vera capitale riconosciuta e affermata a livello internazionale per la moda italiana era Napoli ed è stata per anni in concorrenza con Londra e Parigi. L'attuale moda italiana nasce negli atelier di Napoli e Torino, quest'ultimo famoso per lavorare il cotone e la seta usata per la famiglia reali e per le più influenti dell'epoca. Torino diventa la capitale del Regno d'Italia nascono così le prime vere case di moda torinesi. Napoli invece perse lo status di capitale delle due Sicilie e gli artigiani che lavoravano per la famiglia reale persero il lavoro e dovettero mettersi in gioco nuovamente. Nascono così le prime iniziative di moda, nascono a Torino diversi laboratori oltre al Palazzo della Moda, l'attuale Torino Esposizioni. Solo che quando arrivò la guerra gli artigiani emigrarono e solo alla fine del conflitto mondiale si ripresero le produzioni, anche a Torino si ripresero le attività anche se non furono più quelli di prima, quando però arriva la crisi petrolifera si ha un nuovo calo e l'attenzione si sposta su Milano che diventa la nuova capitele della moda che riuscì a ricostruirsi nel dopoguerra con nomi giovani come Valentino, Versace toccando l'apice del successo negli anni '90.



-NOEMI

contattaci

martedì 14 febbraio 2017

Novità febbraio 2017-(1)

Come ultimamente abbiamo visto il vedo non vedo,(più vedo che non vedo 😉) sta andando molto di moda da Sanremo, non molto, all'isola dei famosi con la bellissima Dayane Mello. Di questo sono molto contenta, anche a me piace molto usare il vedo non vedo. In realtà di moda ultimamente stanno andando i look più spericolati che danno visione di come i vestiti e gli stili cambiano rapidamente ma "equilibratamente", si allungano, si dividono e le stoffe diminuiscono. Inoltre le magliette sono diventate parte degli stili più ricercate del febbraio 2017. Una cosa che mi piace della moda di noi ragazzi e l'uso dei colori, dei brillantini e delle cose luccicanti come le borchie. Le borse diventano sempre più stravaganti in stili, forme e colori. Ma una cosa che purtroppo odio sono i sabot, un tipo di scarpe che prende sempre più piede al posto dei tacchi, IMPOSSIBILE, e vero che le donne ultimamente amano e odiano i tacchi e spesso indossiamo scarpe basse ma dei"sandali" non mi sembrano le calzature più cool. Comunque non si può mai sapere.

la foto è presa dal web
Senza nulla togliere a chi le ama e a chi le ha inventate, la mia personale opinione, è che se fossi costretta a metterle andrei scalza.
Vogliamo davvero metterle in confronto con un bel paio di tacchi. Inoltre il detto dice:
"chi bella vuole apparire un po' deve soffrire"
e ci sono molti rimedi che aiutano con il post tacchi quindi ragazze niente scuse!!!
la foto è presa dal web

la foto è presa dal web


Ecco alcune tra le scarpe più belle e strane che hanno fatto la storia della femminilità, che hanno sedotto ma soprattutto che erano e ancora saranno un marchiò di libertà, una conquista.


-NOEMI

contattaci

the fashion baby

la foto è presa dal web
La moda che preferisco in assoluta è quella dei bambini. Sono così "pucciosi". Non importa ciò che indossano. La moda nel tempo cambia anche per loro, circa 40 anni fa si usavano le camicie, il gilet e un pantalone elegante ora invece nel 2017 i bambini seguono la nostra di moda quindi cappello, maglia e pantalone più sportivo. Quest'anno camicie ricamate, colori tenui e pastello su dettagli bon ton caratterizzano i diversi outfit. Come sappiamo i bambini specialmente verso il terso mese devono avere la libertà di muoversi e andare alla scoperta quindi perché non accompagnarli con abiti cool altrettanto libere di essere sfarzose? Ritornano di moda le salopette e le bretelle. Non so se un po' a tutte noi ragazze venga queste idee ma a me sono venute, credo che quando avrò dei figli già da quando compiono un anno i vestiti saranno liberi di sceglierli. Inoltre spero che seguano la strada in cui li indirizzerò cioè quella della moda. Credo che i bambini in questo campo possano toccare con mano la libertà e sapere che nel mondo devono lottare per quello. Inoltre come vi ho già scritto in uno dei precedenti post spero di apprendere dai bambini perché loro sanno sorridere e sognare in ogni occasione, anche se la vita si mostra da subito per quella che è, una BATTAGLIA che va VINTA tramite la Libertà. In questo post non volevo farvi vedere qualcosa in particolare nella moda, nel modo di vestire dei bambini quanto più che altro farvi riflettere che un po' tutti dobbiamo prendere esempio.


la foto è presa dal web

-NOEMI

contattaci

venerdì 10 febbraio 2017

Tailleur

TAILLEUR
la foto è presa dal web

Il tailleur è un abito in due pezzi completo spesso fatto con tessuti pregiati e rinomati, nasce per uomo con un taglio prettamente maschile. Il primo tailleur è stato cucito nel 1885 per la principessa del Galles dal sarto inglese John Redfern. All'inizio veniva usato solo in occasioni informali per uscire fuori dalle righe e sentirsi un po' più libere. È il primo passo della moda nei confronti dell'emancipazione della donna.  Notevole antesignana di ogni rottura nell'abbigliamento della donna nuova, è la rivisitazione del tailleur a opera di Chanel: i tempi di guerra non le offrono che il jersey ed è con questo tessuto a maglia, strutturata, sottile e duttile al ferro da stiro, che Coco crea il tailleur morbido, rigoroso, ma di assoluta femminile scioltezza. Esso diventa un provocatorio travestimento delle dive del passato. Marlene Dietrich ama indossare giacca e calzoni, la prima a osarli anche in pubblico, antesignana dunque di quello che diventerà l'intramontabile tailleur pantalone. Joan Crawford, invece, predilige la sottana, concentrando l'attenzione sulla giacca (creata per lei dal costumista hollywoodiano Adrian): una bella giacca con ampie spalle imbottite allo scopo di assottigliarle i fianchi, modello copiato e stracopiato, di tipo severo, preferibilmente scuro, impreziosito da ricami di passamaneria. Il tailleur non ha tempo. Le mode passano, il tailleur resta. Si accosta al corpo come fosse un cardigan, si illumina di tinte sorbetto e strass, è sexy o rigoroso, spesso volta pagina e guarda indietro, si riappropria della silhouette anni '30 e '40, rilegge con occhio contemporaneo gli insegnamenti di Patou, Schiaparelli, Chanel. A volte assottiglia il busto e allunga l'orlo; diventa austero, ma anche misterioso e seducente. Androgino e riservato. Perfino intrigante, quando la gonna gioca al risparmio e diventa micro, sotto giacchette che lasciano tracce di nudo. Ad esempio a sanremo 2017 la moda diventa sempre più maschile e i tailleur sono sempre più presenti, tre declinazioni diversi della giacca maschile sono indossati da: Paola Turci giacca aperta a mostrare il reggiseno e sotto un pantalone tutto rigorosamente nero; Giusy Ferreri abito lungo doppiopetto; LP che indossa un blazer nero argentato e sotto pantalone nero.
Ho trovato in letteratura un libro di Andre Camilleri intitolato "Il tailleur grigio".
Anche nel cinema e nella musica vi sono donne che indossano i tailleur, alcuni li ho già citati, un altro esempio e nel film sex and the city una delle protagoniste Carrie Bradshaw, interpretata dall'attrice Sarah Jessica Parker indossa un tailleur di colore bianco e di stile vintage.
Io credo che il tailleur è stata una delle forme di libertà più belle nella storia della moda, perché mette in evidenza che ciò che indossa un uomo può stare bene anche ad una donna. Questa è stata una delle più grandi vittorie. In questi post volevo farvi conoscere un po' la storia della moda per impararla insieme e inoltre volevo commentare per far risaltare questa piccola grande vittoria femminile.

-NOEMI
contattaci

la foto è presa dal web
 

giovedì 9 febbraio 2017

moda, significato?

la foto è presa dal web
MODA, significato?

Il termine moda (con derivazione dal latino modus significa: maniera, norma, regola, tempo, melodia, modalità, ritmo, tono, moderazione, giusta, discrezione) è stato coniato per indicare un "costume", o meglio un abito che nasce per la necessità umana di sopravvivenza. In antichità gli uomini creavano un abito con le pelli e solo molto dopo si ebbero i primi tessuti. Dietro un abito vi è un grande significato anche sociale, infatti chi era più ricco si vestiva più accuratamente e anche se le donne non prendevano parte, non rinunciavano alla cura dell'abito. Invece i ceti più poveri usavano abiti tagliati superficialmente e con tinte meno abbienti, o ricorrevano ad abiti usati. Questa differenza esiste ancora oggi anche se le diversità non sono quelle di una volta. Un abito poteva servire per mostrare qualcosa che si era ma anche per nascondere alcuni lati della propria personalità. Per farvi un esempio dell'importanza dell'abito in quell'epoca potrei dirvi che prima dell'ottocento veniva elencato tra i beni del testamento, questo perché il tessuto e i colori usati venivano da fonti minerali, animali e vegetali, per questo molto costosi. I primi sarti erano in realtà dei servitori che creavano prezzi unici per i loro signori visto che le taglie non esistevano, era un lavoro fatto dalle donne e spesso venivano prestati ad amici e parenti, venivano pagati poco e niente. Il sarto pur essendo sotto il servizio del signore doveva seguire delle direttive immesse direttamente dalla società perché ogni ambiente aveva costumi diversi e non poteva indossare determinate cose. Anche alcuni importanti artisti si cimentarono nella creazione di alcuni abiti. Dopo la rivoluzione francese finalmente gli stilisti poterono creare senza limiti. Dopo l'ottocento iniziano a diffondersi i primi stilisti che capovolgono l'azione dello stilista e del signore rendendolo cliente che sceglieva lo stilista per indossare qualcosa creato da lui nel suo atelier. Naturalmente questi stilisti lavoravano solo per l'élite visto che i costi di produzione erano molto alti. Essi si distinsero creando nuovi tagli, nuove forme, nuove stoffe, per esempio il tailleur inventato alla fine del secolo dall'inglese Redfern. Con la rivoluzione francese nascono le prime macchine in grado di tagliare e creare abiti confezionati, in questo modo i prezzi si abbassarono notevolmente ma comunque ci volle un bel po' affinché anche i poveri riuscissero a comprarli. Gli abiti confezionati furono creati all'inizio per i militari. I busti e le sottogonne non furono più rinforzati da stecche di balena, ma di metallo, facilmente riproducibile in serie. La crinolina, la sottogonna a cupola diffusa durante il periodo del romanticismo e munita di cerchi d'acciaio, fu per la prima volta indossata anche dalle donne del popolo.

-NOEMI

contattaci

Recensione Fracture

Titolo: Fracture Autrice: Barbara Bolzan Serie: Ray Editore: Delrai edizioni Data di uscita: 15/01/2017 Genere: Ucronico, Sto...